Per una politica delle donne: la voce che manca, è la tua

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Per una politica delle donne: la voce che manca, è la tua.

Progetto di Intervista semistruttrata sui bisogni delle donne italiane in tema di lavoro e conciliazione, a partire dalla loro voce.

Perché una simile proposta

L’8 Marzo, come ogni anno in occasione della Festa della Donna, sono stati pubblicati da agenzie stampa e quotidiani nazionali i dati, drammatici, relativi all’occupazione femminile in Italia. Dati che mostrano la complessità di un fenomeno che sembra incontrastabile, descritto spesso dai giornalisti come tristemente inevitabile per il nostro Paese: cifre sul divario salariale tra uomo e donna, sulle difficoltà di conciliazione, sul basso tasso di occupazione femminile, che soprattutto dopo figli e maternità, si riduce drasticamente o quasi si azzera. Citiamo, a titolo esemplificativo, dati estratti da articoli apparsi su “il Fatto Quotidiano” e “Ansa” l’8/03/2015.

Le donne italiane “hanno meno accesso al mondo del lavoro retribuito rispetto alla media europea (il tasso italiano di occupazione è del 46,6%) e, dopo la maternità, 1 su 4 resta senza lavoro entro 2 anni dalla nascita del figlio” (il Fatto Quotidiano).

“Il tasto dolente riguarda la conciliazione: il 23,3% delle donne intervistate dice di non aver mai utilizzato nessuno strumento di conciliazione. Mentre il 36% delle lavoratrici dice di aver utilizzato i permessi, solo l'8% di esse dichiara di aver utilizzato il part-time e il 12,4% il congedo parentale” (Ansa).

Cifre negative, nonostante le politiche sulle pari opportunità. Poche donne hanno ruoli decisivi, in molte lasciano il lavoro o non riescono a trovarlo. Un quadro di cui restano poco esplorate le cause: l’unico problema è che non c’è lavoro disponibile, o forse non solamente questo? E se servisse invece una diversa idea di politica? Se per permettere alle donne di lavorare, al posto o accanto alle soluzioni calate dall’alto (come la defiscalizzazione per chi assume donne o le quote rosa) si chiedesse direttamente alle donne quali difficoltà incontrano? Forse le donne desiderano altro, anche altro. E si allontanano dal mondo del lavoro perché non gli offre soluzioni conciliabili o talvolta, dopo la nascita di un figlio, vengono sottoposte a mobbing.

Quante donne, arrivate ad una certa età, maturano progressivamente il desiderio d’investire sul versante relazionale, della cura: non necessariamente solo dei figli, ma anche del nucleo familiare, del marito, dei genitori, delle persone significative. Se il vero punto fosse che in molte evitano ruoli, mansioni o occasioni d’impiego, rinunciando così ad immettere le proprie capacità irripetibili a servizio della collettività, non perché non trovino lavoro, ma perché non ne trovano uno che gli permetta di vivere anche ciò che per loro è divenuto, ancora più importante? Se così fosse, le soluzioni proposte, non sarebbero sufficienti, o sarebbero su un piano limitato. L’obiettivo è veramente far lavorare le donne in numero maggiore e in condizioni migliori? Vogliamo tentare una strada per permettere al genio femminile di esprimersi nel lavoro anche in Italia?

E allora forse, bisogna partire non tanto da un’idea di donna e di lavoro astratta, o da una norma politica che ipotizzi soluzioni generali a favore dei singoli, ma che proceda dal particolare, dai desideri e dai bisogni effettivi delle donne italiane, per risalire al generale. Proviamo ad adottare un strategia femminile. Partiamo dal singolare. Lasciamo la parola alle donne. Chiediamo a loro di cosa avrebbero bisogno.

Metodologia e ascolto

Il progetto intende mettere a punto un’intervista semistrutturata, sul tema dei bisogni delle donne in tema di lavoro, conciliazione e difficoltà, con ampia possibilità per le intervistare di descrivere le soluzioni concrete di cui avrebbero bisogno per scegliere di lavorare o poter lavorare meglio, o scegliere un lavoro più motivante.

L’approccio s’ispira, al famosissimo testo della psicologa inglese Carol Gilligan “In a different voice” e ai suoi studi sull’etica femminile. Non mi riferisco tanto e solamente ai contenuti della ricerca, ma anche alla sua intuizione metodologica. La Gilligan riprese gli studi sullo sviluppo del senso morale di Kohlberg. Si accorse che rispetto ai sette stadi di maturazione dello sviluppo individuati da Kohlberg le donne mediamente tendevano, anche da adulte, a non raggiungere l’ultimo stadio. La psicologa si rese conto che tutto il materiale di studio era stato settato da ricercatori maschi su modelli maschili. Comprese che per far emergere il modo in cui si organizza l’etica femminile era necessario modificare il questionario, lasciando maggiore spazio alle intervistate di esprimere il proprio modo di costruire la giustizia; quindi non più un’intervista chiusa, ma semistrutturata. Restituendo alle donne la propria modalità d’espressione e la propria voce, emerse un’etica diversa, non inferiore. Un’etica che si contraddistingueva per il senso del concreto, del contestuale e del relazionale, che considerava fortemente l’aspetto della propria responsabilità e delle motivazioni, piuttosto che un’etica basata prevalentemente su principi astratti e universali. E le due etiche (definite della giustizia e della cura) sosteneva la Gilligan, per far maturare davvero un individuo, dovevano puntellarsi l’una nell’altra, saper dialogare nella coscienza. Così come entrambe dovevano avere voce esterna, per poter far apparire nel mondo, diverse forme di giustizia complementari. Nel solco di questa necessità si iscrive una nuova forma di politica femminile, che prima di tutto si ponga il problema di settarsi in una posizione di ascolto.

Il Progetto: Articolazione e Fasi

ELABORAZIONE

Il progetto prevede la messa a punto di un’intervista semistrutturata, sui bisogni delle donne per conciliare famiglia e lavoro e sulle ragioni che le allontanano da mondo del lavoro.

L’intervista dovrà essere revisionata, in modo che i dati possano avere valore statisticamente rilevante.

Accanto a domande che permettano un’elaborazione dei dati, l’intervista deve lasciare ampio spazio alle donne di esprimere bisogni concreti e proposte di soluzione che le aiuterebbero nel quotidiano a vivere più serenamente le proprie scelte professionali.

Le risposte potranno poi essere utilizzate per una breve pubblicazione, organizzata in modo da leggere e restituire il quadro delle risposte, sia in termini statistici che propositivi.

SOMMINISTRAZIONE

L’intervista potrebbe essere somministrata sia in presenza da un’equipe, sia eventualmente resa disponibile on line su siti di Università o quotidiani disponibili alla diffusione.

Inoltre , alcuni quotidiani potrebbero lanciare il progetto e pubblicare mensilmente una rubrica con una risposta scelta, tra le molte ricevute, commentata da un giornalista. In modo da utilizzare il questionario anche come mezzo per alimentare il dibattito consapevole su questi temi e risvegliare nelle persone il desiderio di partecipazione attiva. Infine un’ulteriore possibilità, eventualmente da valutare, è quella di coinvolgere donne volontarie, che credano nel progetto, che somministrino le interviste alla propria cerchia di riferimento, prendendosi del tempo da dedicare alla riflessione “da donna a donna”.

ANALISI DEI DATI E REDAZIONE DI UN TESTO PUBBLICABILE

Le risposte confluiranno in una pubblicazione (firmata a nome delle molte donne italiane che hanno partecipato al progetto) che contenga non solo i dati dal valore statistico raccolti, ma anche le proposte e riflessioni emerse, lette con chiavi il più possibile rappresentative.

PRESENTAZIONE IN AMBITO CULTURALE E POLITICO

Dati ed elaborato, verranno poi presentati in ambito culturale e agli organi politici competenti

OSSERVATORIO PERMANENTE

Se il progetto funziona, si può immaginare una piattaforma permanente di raccolta di questionari e un lavoro annuale di messa a punto dei dati.

Tempi

Da Gennaio a febbraio 2016: messa a punto intervista, validazione statistica e creazione rete organizzativa e comunicativa;

Da Marzo a Dicembre 2016: raccolta questionari;

Da gennaio a Marzo 2017: rielaborazione dati e stesura elaborato;

Febbraio 2017: Messa a punto piano di comunicazione per la diffusione dei dati e delle proposte; 25 Marzo 2107: Presentazione elaborato e incontro con organi politici competenti.

Obiettivi

  • Aumentare l’occupazione femminile, il benessere e la valorizzazione delle donne, proponendo soluzioni di conciliazione tra vita familiare e professionale che partano dalle necessità e dai desideri espressi dalla loro prospettiva;

  • Creare nuovi e diversi canali di discussione e dibattito su questi temi;

  • Far sentire alle donne che la loro voce personale conta, che interessa a qualcuno, che esistono spazi pubblici in cui è possibile esprimerla e farla ascoltare, un’esperienza nuova, per la verità, per le donne.

  • Proporre pratiche e metodologie culturali differenti che aprano la prospettiva ad un diverso modo d’intendere e speriamo di fare politica.

In sintesi. Si tratta di un questionario semistrutturato sul lavoro femminile visto dalla prospettiva delle donne, dai costi estremamente contenuti, ideato per creare degli spazi e mettere a punto dei megafoni che abbiano cura di restituire, rispettare e fare emergere, la voce delle donne.

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