Conferenza stampa

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Interventi di S.E. mons. Stanisław Ryłko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, e di S.E. mons. Josef Clemens, Segretario del Dicastero, alla Congerenza stampa di presentazione del II Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, e dell'incontro del Santo Padre con i movimenti ecclesiali e delle nuove comunità in piazza San Pietro, nella Vigilia di Pentecoste (3 giugno 2006)

Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede
Martedì, 30 maggio 2006

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  INTERVENTO DI S.E. MONS. STANISŁAW RYŁKO

La decisione d’incontrare i movimenti ecclesiali e le nuove comunità si situa molto significativamente tra le prime scelte operative di Benedetto XVI. Il Santo Padre ha infatti manifestato questo suo desiderio nel corso della prima udienza ufficiale che mi ha concesso come presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Era il 14 maggio 2005 – per una coincidenza davvero singolare, vigilia di Pentecoste! L’appuntamento che papa Ratzinger ha dato a movimenti e comunità per il 3 giugno prossimo è un importante segnale di continuità con il magistero di Giovanni Paolo II, che in queste nuove realtà aggregative vedeva doni preziosi dello Spirito alla Chiesa di oggi e un grande segno di speranza per l’umanità del nostro tempo. Una convinzione che il Servo di Dio fece risuonare con parole vibranti in Piazza San Pietro il 30 maggio 1998, quando ai partecipanti a quel primo memorabile incontro diceva: «Nel nostro mondo, spesso dominato da una cultura secolarizzata che fomenta e reclamizza modelli di vita senza Dio, la fede di tanti viene messa a dura prova e non di rado soffocata e spenta [...] Quale bisogno vi è oggi di personalità cristiane mature, consapevoli della propria identità battesimale, della propria vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo! Quale bisogno di comunità cristiane vive! Ed ecco, allora, i movimenti e le nuove comunità ecclesiali: essi sono la risposta, suscitata dallo Spirito Santo, a questa drammatica sfida del fine millennio. Voi siete questa risposta provvidenziale»! (Discorso, n.7). Quel giorno ha rappresentato una tappa che ha inciso profondamente sulla vita e sull’impegno missionario dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità. Otto anni dopo, il nuovo Successore di Pietro ha voluto ripartire proprio da lì per riprendere il discorso con i movimenti, convocandoli nello stesso luogo e nella stessa ricorrenza.

I rapporti di papa Benedetto XVI con i movimenti ecclesiali datano da lungo tempo e hanno una storia della quale egli stesso ha parlato in varie occasioni. I suoi primissimi contatti con queste realtà – che si sono poi intensificati e approfonditi, trasformandosi in una vera amicizia – risalgono alla metà degli anni Sessanta, quando era ancora professore a Tübingen. Era il periodo difficile del post-Concilio, ma agli occhi del teologo quei nuovi carismi si rivelano subito come un dono provvidenziale. Scriveva: «Ecco, all’improvviso, qualcosa che nessuno aveva progettato. Ecco, che lo Spirito Santo, per così dire, aveva chiesto di nuovo la parola. E in giovani uomini e in giovani donne risbocciava la fede, senza "se" né "ma", senza sotterfugi né scappatoie, vissuta nella sua integralità come dono, come un regalo prezioso che fa vivere» (J. Ratzinger, "I movimenti ecclesiali e la loro collocazione teologica", in: I movimenti nella Chiesa, p. 24). A fianco di Giovanni Paolo II come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Ratzinger è stato interprete autorevole del suo magistero sui movimenti ecclesiali e le nuove comunità, divenendo per loro un interlocutore attento e prodigo di saggi consigli. Egli vede nei movimenti "modi forti di vivere la fede", nella loro opera "qualcosa che davvero indica il futuro", nella loro funzione il ruolo di quelle "minoranze creative" che secondo Arnold Toynbee sono determinanti per il futuro del mondo. Il suo contributo teologico alla definizione dell’identità ecclesiale dei movimenti è fondamentale. Nel pensiero del cardinale Ratzinger, per impostare correttamente il discorso teologico su queste nuove realtà aggregative non basta la dialettica dei principi che contrappone istituzione e carisma, perché la Chiesa è edificata organicamente e non dialetticamente. La giusta collocazione teologica dei movimenti nella Chiesa è da individuare nella apostolicità, che è la dimensione dalla quale scaturisce il vincolo particolare che li unisce al ministero del Successore di Pietro. Scrive: «Il papato non ha creato i movimenti, ma è stato loro essenziale sostegno nella struttura della Chiesa, il loro pilastro ecclesiale [...] Il Papa ha bisogno di questi servizi, e questi hanno bisogno di lui, e nella reciprocità delle due specie di missione si compie la sinfonia della vita ecclesiale» (Ibidem, p.39 e 46).

Eletto papa, Benedetto XVI non ha cessato di manifestare attenzione nei confronti dei movimenti ecclesiali, a proposito dei quali, ancora nell’agosto dello scorso anno a Colonia, diceva ai vescovi tedeschi: «La Chiesa deve valorizzare queste realtà e al contempo deve guidarle con saggezza pastorale, affinché contribuiscano nel modo migliore, con i loro diversi doni all’edificazione della comunità [...] Le Chiese locali e i movimenti non sono in contrasto tra loro, ma costituiscono la struttura viva della Chiesa» (21 agosto 2005). Il desiderio di convocarli tutti insieme a Roma per la seconda volta e di nuovo nella vigilia di Pentecoste nasce proprio dalla grande considerazione nella quale il Santo Padre tiene queste realtà e da una sollecitudine pastorale che si è manifestata pure nel corso dei preparativi dell’incontro, che il Papa ha seguito da vicino e con attenzione. L’importanza che Benedetto XVI attribuisce all’evento traspare dalle parole con le quali lo ha evocato dopo il Regina coeli di domenica, 21 maggio, quando diceva: «Ho [...] presente nel cuore e nella preghiera l’importante appuntamento di sabato di 3 giugno prossimo, vigilia di Pentecoste, quando avrò la gioia di incontrarmi in Piazza San Pietro con numerosi aderenti a più di cento movimenti ecclesiali e nuove comunità. So bene che cosa significhi per la Chiesa la loro ricchezza formativa, educativa e missionaria, tanto apprezzata, sostenuta e incoraggiata dall’amato Papa Giovanni Paolo II» ("L’Osservatore Romano", 22-23 maggio 2006, p. 1).

L’invito del Papa è stato accolto con gioia e gratitudine da movimenti e comunità che, in ogni angolo del mondo, hanno aderito con entusiasmo al cammino di preparazione spirituale all’incontro, durato un intero anno, e che è andato di pari passo con l’iter dei preparativi logistici e organizzativi svoltosi sotto la guida del Pontificio Consiglio per i Laici. Un lavoro intenso, come intensa è l’attesa della parola magistrale del Papa, nella quale queste nuove realtà ecclesiali vedono la bussola sicura che orienta la loro vita e il loro impegno missionario oltreché un motivo di grande incoraggiamento. Anche per questo, siamo certi che la data del 3 giugno 2006 rappresenterà un’altra pietra miliare per la vita di movimenti e comunità e per il loro generoso servizio alla missione della Chiesa.

L’incontro di Benedetto XVI con i movimenti sarà preceduto dal secondo Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici a Rocca di Papa dal 31 maggio al 2 giugno. Vi prenderanno parte i delegati di un centinaio di movimenti e nuove comunità, diverse personalità invitate (cardinali, vescovi, religiosi, religiose, laici), rappresentanti di dicasteri della Curia Romana, nonché una delegazione ecumenica. Il tema del Congresso – "La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo" – coincide con quello dell’incontro con il Papa e si ispira alle parole di Benedetto XVI nella omelia di inizio del ministero petrino: «Non vi è niente più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con Lui» (24 aprile 2005). Nucleo dei due eventi è dunque la persona di Cristo, «il più bello tra i figli dell’uomo» (Sal 45 [44]). E al centro della riflessione del congresso la domanda, inevitabile per i discepoli del Signore: Come trasmettere lo splendore della bellezza di Cristo al mondo di oggi? Perché è questa la sfida che siamo chiamati a raccogliere: essere testimoni della bellezza di Cristo e del suo Vangelo nel cuore del nostro mondo post-moderno e, come dice qualcuno, post-cristiano. Alla domanda su quale fosse la cosa più importante che avrebbe voluto trasmettere ai giovani convenuti a Colonia per la ventesima Giornata mondiale della gioventù, papa Benedetto XVI ha risposto senza indugi: «Vorrei far capire loro che essere cristiani è bello!», una frase che è divenuta quasi un motto del suo pontificato.

L’esperienza della bellezza di essere cristiani ha trovato e trova ai nostri giorni un terreno particolarmente fertile proprio nei movimenti ecclesiali e nelle nuove comunità. I carismi dai quali sono nati hanno infatti generato itinerari pedagogici che continuano a formare schiere di autentici testimoni della bellezza di Cristo, cristiani per i quali la fede è tutt’altro che una teoria aureolata di sentimentalismo, bensì scelta radicale di vita che porta alla sequela del Signore. E così, nel grigiore del nostro mondo insidiato dalla mediocrità spuntano luci di speranza, luoghi d’irresistibile irradiazione della Bellezza che salva il mondo, come diceva Dostojevski. I cristiani devono annunciare al mondo che il Vangelo non è una utopia, ma cammino verso la vita piena; che la fede non è un fardello, un giogo che piega l’uomo, ma avventura affascinante che gli restituisce, con la sua piena umanità, tutta la dignità e la libertà dei figli di Dio; che Cristo è l’unica risposta al desiderio di felicità che ci portiamo nel cuore. In una parola, devono far risplendere la Bellezza che tanti hanno incontrato proprio grazie ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità.

 

 

INTERVENTO DI S.E. MONS. JOSEF CLEMENS

Dopo la relazione di S.E. Mons. Stanisław Ryłko, non resta che fornirvi alcune informazioni complementari che aiutino a comprendere meglio la struttura organizzativa dei prossimi eventi.

L’incontro del Papa con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità sarà preceduto da due importanti appuntamenti di preparazione: il secondo Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità e le veglie di preghiera nella città di Roma che molte di queste aggregazioni stanno organizzando per la sera del 2 giugno.

Il Congresso, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici, si terrà a Rocca di Papa, presso il "Centro Mondo Migliore" dal 31 maggio - domani - alla mattina del 2 giugno, sul tema "La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo", ispirato, come sapete, all’omelia della Messa di inizio del Pontificato di Papa Benedetto XVI. S.E. Mons. Ryłko ha già spiegato quale sia il senso teologico ed ecclesiale della tematica che sarà sviluppata durante il Congresso; io vorrei sottolineare i criteri che hanno determinato la struttura dei lavori e la scelta dei relatori.

Le tre relazioni principali saranno affidate ai Cardinali Christoph Schönborn, O.P., Marc Ouellet, P.S.S. e Angelo Scola: a loro spetterà il compito di affrontare le questioni cristologiche ("Cristo, il più bello tra i figli di Adamo"), ecclesiologiche ("La bellezza di essere cristiani") e pastorali ("Movimenti ecclesiali e nuove comunità nella missione della Chiesa: priorità e prospettive"). Le tavole rotonde consentiranno di avviare un confronto su due dimensioni fondamentali dell’azione di movimenti e nuove comunità: gli itinerari educativi e la testimonianza della bellezza di Cristo al mondo d’oggi, grazie ai contributi di iniziatori e responsabili dei principali movimenti e comunità, nonché di alcuni esperti in questi campi. I dibattiti e i gruppi di lavoro che seguiranno hanno lo scopo di permettere a tutti i partecipanti di arricchire il Congresso con le loro esperienze e riflessioni.

Abbiamo ricevuto numerosissime richieste di partecipazione, ma per ragioni logistiche il numero di congressisti sarà stato limitato a poco più di 300, in rappresentanza di oltre 100 movimenti e nuove comunità: più del doppio, quindi, delle realtà ecclesiali rappresentate al Congresso del ’98.

L’organizzazione delle veglie di preghiera a Roma è stata affidata all’iniziativa dei singoli movimenti e comunità, cui abbiamo indicato un duplice fine: una preparazione spirituale per i membri delle diverse aggregazioni all’incontro del giorno successivo con il Santo Padre e un gesto di testimonianza per l’intera città di Roma. Il Vicariato di Roma ha messo a disposizione le Basiliche e molte chiese della città, sia in centro che in periferia. La modalità di svolgimento delle veglie varierà molto nella forma a seconda della spiritualità dei movimenti che le organizzano, saranno però accomunate tutte dalla gratitudine e dalla fervida attesa per l’incontro con il Pastore universale. Avete a disposizione un elenco di queste iniziative sul sito internet che abbiamo apprestato per facilitare l’organizzazione dell’incontro di Pentecoste (www.laici.org).

Il cuore dell’incontro con il Santo Padre, il 3 giugno, sarà la celebrazione solenne dei Primi Vespri di Pentecoste. Tutto l’evento sarà diffuso dalla Radio Vaticana in cinque lingue e la liturgia dei Vespri sarà trasmessa in diretta dalla Radio Televisione Italiana RAI 2.

La liturgia sarà preceduta da un programma di preparazione, fatto di preghiera e riflessione, durante il quale si rievocherà l’analogo incontro di Giovanni Paolo II con i movimenti e le nuove comunità della Pentecoste del ’98, si richiameranno alla memoria gli interventi in quella occasione dell’allora Cardinal Ratzinger, nonché alcuni stralci del magistero di Benedetto XVI; saranno anche illustrati brevemente i risultati del Congresso. Un grande coro formato dai rappresentanti delle diverse aggregazioni ecclesiali animerà questa parte dell’incontro con i canti più significativi delle maggiori realtà presenti in Piazza San Pietro; il coro inoltre accoglierà festosamente l’arrivo del Santo Padre e accompagnerà il Papa durante l’ampio tragitto in Piazza San Pietro previsto perché possa salutare da vicino tutti i presenti.

Alle ore 18.00 inizierà la liturgia dei Vespri, presieduta dal Santo Padre. Il coro della Diocesi di Roma aiuterà la numerosissima assemblea a pregare in un clima di opportuno raccoglimento: è previsto il canto dei Salmi a cori alternati, ispirato alla tradizione gregoriana; la moltitudine radunata in Piazza San Pietro, sostenuta dal coro dei movimenti, si alternerà salmodiando con il coro della Diocesi di Roma. Al termine di ognuno dei tre Salmi ascolteremo una riflessione di commento di tre iniziatori o responsabili di movimenti e nuove comunità. Dopo l’attesissima omelia del Santo padre, si procederà alla memoria liturgica del Sacramento della Confermazione, caratterizzata dal rito del fuoco, dall’invocazione dello Spirito Santo e dalla professione di fede. La liturgia proseguirà nel modo consueto, con il canto del Magnificat in latino. Il popolo dei movimenti e delle nuove comunità saluterà infine il Santo Padre con i canti festosi della loro tradizione.

Attualmente abbiamo ricevuto segnalazione di oltre 250.000 partecipanti, provenienti da tutto il mondo, per cui è prevedibile una affluenza complessiva di oltre 300.000 membri di movimenti e nuove comunità. Accanto alla massiccia presenza dei grandi movimenti internazionali, si raccoglierà intorno al Santo Padre tutto un ampio e diversificato mondo di aggregazioni laicali diffuse a livello nazionale o diocesano. È senz’altro ammirevole l’entusiasmo e gli sforzi di partecipazione di tanti fedeli provenienti da paesi lontani: se la maggioranza proverrà, com’è ovvio, dall’Italia, almeno 30.000 fedeli si stanno muovendo da tutta Europa, e tra di essi oltre 4000 dalla Germania; aspettiamo inoltre 5000 partecipanti dall’America Latina, 450 dall’Africa, 300 dall’Asia e oltre 100 dalla Chiesa che è in Oceania, che evidentemente vive questo incontro anche come una tappa di preparazione per la Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, nel 2008.

Vorrei infine segnalare la buona collaborazione dimostrata dal Governo dello Stato Italiano, dal Sindaco e dal Comune di Roma, così necessario per poter organizzazione un evento tanto impegnativo.

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